martedì 22 dicembre 2009

Fiore - Natura e Simboli dal Seicento a Van Gogh


Fiore - Natura e Simboli dal Seicento a Van Gogh
Appiani, Hayez, Delacroix e Courbet, Fantin-Latour, Leighton, Moore, Lawrence Alma Tadema, Monet, Gauguin, De Nittis, Boldini e Zandomeneghi, Böcklin, Van Gogh e Previati saranno rappresentati con quadri di fiori o di figure caratterizzati spesso proprio dalla ripresa di motivi seicenteschi, ma ispirati soprattutto dalla volontà, tutta moderna, di scardinare la gerarchia dei generi.
Considerata una delle più belle nature morte di tutti i tempi, la “Fiasca fiorita” di Forlì è un dipinto di cui non è stato ancora risolto il mistero. Non è stato infatti identificato il suo autore. Sono stati fatti molti nomi, tutti più o meno plausibili, tra cui quelli che appaiono più vicini alla realtà restano Caravaggio e Cagnacci.
I capolavori di Van Dyck, Brueghel, Cagnacci, Dolci, Cignani, Maestro di Hartford, Bimbi e di altri grandi pittori di storia che hanno eccezionalmente dipinto quadri di fiori, aiuteranno se non a risolvere, ad avvicinarsi al mistero, che è poi racchiuso nel segreto della sua straordinaria bellezza, della “Fiasca fiorita” di Forlì.
Le opere esposte saranno la dimostrazione di come i quadri di fiori o i quadri di figura, dove l’elemento floreale assume un rilievo simbolico e formale eguale se non superiore alla figura, abbiano raggiunto un’intensità e  un’ originalità estetiche assai superiori alla convenzionalità che caratterizza la pittura dei “Fioranti”.
L’esposizione di circa cento opere, provenienti da importanti musei italiani e stranieri, sarà allestita dagli Studi Wilmotte et Associés di Parigi e Lucchi & Biserni di Forlì.
Dove: Musei San Domenico, Piazza Guido da Montefeltro, Forlì¬
Quando: dal 24.01.10 al 20.06.10

Per Informazioni
Ufficio Informazioni e prenotazioni
Tel: 199 199 111
servizi@civita.it
www.mostrafiori.com

sabato 19 dicembre 2009

Architetti a Siena”, viaggio nella cultura architettonica tra XV e XVIII secolo




Nella foto:
Giuliano da Sangallo, Prospetto dell’altare Piccolomini nel duomo di Siena. Siena, Biblioteca comunale degli Intronati, ms. S.IV.8, c. 20r

La Biblioteca comunale degli Intronati di Siena festeggia i 250 anni dalla sua fondazione e svela i suoi tesori con una mostra dal titolo “Architetti a Siena. Testimonianze della Biblioteca comunale tra XV e XVIII secolo”, in programma dal 19 dicembre al 12 aprile 2010.

L’esposizione – promossa dalla Biblioteca e realizzata con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e della Regione Toscana – mette in mostra nella sala storica di via della Sapienza, alcune delle più significative testimonianze relative alla cultura architettonica senese dal XV al XVIII secolo.

Si tratta di opere quasi esclusivamente provenienti dai fondi antichi e dalla straordinaria collezione di disegni della Biblioteca. Correva l’anno 1759 quando il famoso economista Sallustio Bandini donò alla Sapienza di Siena la propria ricchissima raccolta libraria, costituendo così il primo nucleo della Biblioteca. Ne fu bibliotecario uno dei suoi allievi, Giuseppe Ciaccheri (Livorno 1724-Siena 1804), a cui si deve l’ordinamento e l’accrescimento delle raccolte. I suoi successori le incrementarono ulteriormente, una volta divenuta la Biblioteca di proprietà del Comune in epoca napoleonica.

Ideata da Daniele Danesi, insieme a un gruppo di studiosi composto da Daniela Arrigucci, Elisa Bruttini, Giovanni Maria Fara, Emanuela Ferretti, Gianni Mazzoni, Bruno Mussari, Mauro Mussolin, Alina Payne, Matthias Quast, Bernardina Sani e coordinato da Milena Pagni e Annalisa Pezzo, la mostra “Architetti a Siena. Testimonianze della Biblioteca comunale tra XV e XVIII secolo” ripercorre alcune tappe salienti dello svolgersi dell’idea architettonica a Siena

Il percorso espositivo offre una selezione di opere, alcune delle quali assai note per l’elevato valore artistico, ma raramente considerate all’interno del contesto collezionistico di pertinenza e quindi in relazione alla propria storia, come i ben noti trattati di architettura legati all’opera di Francesco di Giorgio Martini, il taccuino di Giuliano da Sangallo, il trattato di Pietro Cataneo e i disegni della cerchia di Baldassarre Peruzzi per i portici non realizzati di Piazza del Campo. Sono testimonianze di grande interesse che figureranno accanto ad alcune rare edizioni cinquecentesche di trattati di architettura di Vitruvio, Palladio, Serlio, Vignola.

Saranno esposti inoltre il raro taccuino di Oreste Vannocci Biringucci, architetto presso i Gonzaga e le opere del celebre medico e teorico di architettura Teofilo Gallaccini, il cui trattato sugli errori degli architetti, rimasto inedito per circa un secolo, fu stampato a Venezia molto dopo la sua morte. Una sezione della mostra sarà poi dedicata agli studi per la Cappella del Voto nella Cattedrale di Siena di Benedetto Giovannelli Orlandi, architetto stimato da papa Alessandro VII Chigi e ai progetti del meno noto Giacomo Franchini, interprete locale della grande architettura borrominiana.

Uno spazio importante nel percorso dell’esposizione è rappresentato dalle tecnologie visive impiegate per rendere più fruibile la mostra attraverso proiezioni e schermi che daranno al visitatore la possibilità di sfogliare virtualmente tutte le carte di alcuni volumi esposti e proporre confronti anche con materiali non presenti in mostra. All’esposizione sono inoltre collegati specifici percorsi didattici rivolti alle scuole, in particolare agli istituti d’arte e alle facoltà di architettura.

“Architetti a Siena. Testimonianze della Biblioteca comunale tra XV e XVIII secolo” è promossa dalla Biblioteca comunale degli Intronati di Siena e realizzata con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e della Regione Toscana.

Resterà aperta, con ingresso gratuito, presso la Biblioteca comunale degli Intronati (via della Sapienza, 5) fino al 12 aprile 2010, dal lunedì al venerdì (10.00-13.00/15.00-18.00) e il sabato (10.00-13.00).
Info e prenotazioni 0577 280704, fax 0577 44293 e-mail antico@biblioteca.comune.siena.it. Catalogo Silvana Editoriale.

domenica 13 dicembre 2009

CALABRIA MIA SHOW


 
Categoria: Eventi
 
Provincia: Vibo Valentia
 
Città: Ricadi
 
Data: 26/12/2009
 
 
Cresce la tendenza a conoscere e riaffermare l'identità locale in un mondo globale. Il 26 Dicembre alle ore 21:00 si svolgerà presso il Palazzetto dei congressi di Ricadi  il CALABRIA MIA SHOW, evento-spettacolo di carattere culturale, musicale e teatrale della durata di circa 3 ore che ha lo scopo di valorizzare la cultura musicale calabrese attraverso brani tradizionali e non, eseguiti da vari artisti del territorio calabrese.
Lo show nasce da un'idea dell' agenzia di Promozione Pubblicom e Vinz Derosa, cantautore italo - canadese che ha venduto oltre 12.000 copie in Canada, con il Cd "Cori Calabrisi". Calabria mia show vedrà sul palco come ospite di punta Vinz De Rosa. Insieme a lui si alterneranno altri gruppi degni di nota, accomunati dall'intento di rivisitare in chiave etnica la storia della canzone tradizionale calabrese. L'evoluzione della musica folk negli ultimi 50 anni dalla tarantella all'etno-folk, dalla canzone di sdegno al pop dialettale, la tematica dell'emigrazione e alcuni riconoscimenti e approfondimenti su artisti che hanno reso omaggio alla Calabria nel mondo saranno alcuni dei temi della serata.
Calabria Mia Show sarà questo e altro ancora, ideato dall' agenzia di comunicazione Pubblicom e sostenuta dalla voglia di fare di tanti giovani calabresi che non si rassegnano a vedere "sfiorire" la propria terra.
SEGRETERIA ORGANZIZZATIVA TERRITORIALE PUBBLICOM S.A.S. TEL. 333 3183674 - 347 6035518
 www.calabriamiashow.com

mercoledì 9 dicembre 2009

Verona in un secolo di pittura di paesaggio



In mostra a Palazzo Forti le più belle vedute veronesi dalla metà dell’Ottocento  agli anni Settanta del Novecento 11 dicembre 2009 - 3 ottobre 2010
Gino Rossi, Descrizione asolana n. 2, 1913
Gino Rossi, Descrizione asolana n. 2, 1913
Indagare la rappresentazione del paesaggio nella pittura veronese: èquesto l’obiettivo dell’esposizione in programma alla Galleria d’arte Moderna di Verona, dal titolo La terra vivente. Il paesaggio nelle collezioni veronesi a Palazzo Forti. In mostra artisti minori e grandi interpreti dell’arte a livello internazionale; opere che delineano un itinerario inedito, dove il filo conduttore è costituito proprio dalla natura e dagli elementi di vedutismo rintracciabili all’interno di ogni lavoro. «La natura è all’interno di noi diceva Cézanne – scrivono i curatori della mostra –  contrapponendo al vedutismo generico della sua epoca un sentimento più profondo ed interiore della natura stessa. Luogo di inquietudini esistenziali, di sogni, di miti, di pulsioni dell’inconscio, la natura si offre oggi ad uno sguardo complesso e variegato, pronto a vagare senza ostacoli laddove lo conducono la magia e l’enigma degli orizzonti».

In mostra un secolo di pittura dedicata al paesaggio, da metà Ottocento fino agli anni Settanta del Novecento. Con i lavori più significativi di artisticome Calvi, Canella, Cabianca, Induno, Michetti, Longoni, Morbelli, Savini e Avanzi di cui sono esposte 90 tavolette, per la maggioranza inedite.
Segue una sezione incentrata sulla felice stagione culturale veronese degli anni Venti, narrata dalle opere di Beraldini, Nardi, Trentini, Zamboni, Zancolli.
Il percorso giunge, infine, alle visioni di artisti come Balla, Casorati, Donghi, Tosi, Morandi Semeghini, Birolli, Vedova, Santomaso, Afro, Tancredi, Finzi, Flangini, Romagnoni e molti altri ancora, nelle quali la natura diventa sempre più espressione della partecipazione dell’artista all’esistenza umana attraverso l’immagine di una bellezza che, seppur frantumata, lacerata o resa immobile e raggelata, è viva manifestazione delle problematiche, dei fenomeni e delle pulsioni della cultura moderna.

giovedì 3 dicembre 2009

Kiaris, un mare di emozioni da dipingere

Al Museo Galata di Genova la personale dell’artista romano dedicata al mondo marino e alla metafora della navigazione 3 dicembre 2009 - 10 gennaio 2010
Giorgio Kiaris, Boe, 2009
Giorgio Kiaris, Boe, 2009
La navigazione come metafora: “A-mare”, la personale di Giorgio Kiaris, al Galata Museo del Mare di Genova dal 3 dicembre 2009 al 10 gennaio 2010, è un viaggio del pensiero che approda all’immagine. L’e sposizione, allestita nella Saletta dell’Arte, lo spazio riservato alle espressioni dell’arte contemporanea dedicate al mare, presenta trenta opere a tempera e tecnica mista su tela, tavola e juta, alcune di grandi dimensioni, altre di medio formato. Tra le opere in mostra si possono ammirare due libri d’artista: uno è la rivisitazione della mappa dello zodiaco, che ambienta i segni zodiacali nei mari, l’altro raffigura i quattro punti cardinali del mare; entrambi sono stati ideati come “carte nautiche” per viaggiare tra realtà e immaginario

In rete
   » Galata Museo del Mare

lunedì 30 novembre 2009

FESTA DELLA CIOCCOLATA BARGA LU



foto barga


La quarta edizione di “Barga Cioccolata”, organizzata da Barga Events in collaborazione con il Comune di Barga, si presenta ancora più accattivante.
Tutta dedicata al cioccolato con maitre chocolatier provenenti da tutta la regione
La manifestazione anche quest’anno, grazie proprio al numero di espositori, si caratterizza in Lucchesia per la sua unicità
Nel centro storico il percorso delle degustazioni di ogni tipo di cioccolata, da quelle conosciute a quelle più particolari e elaborate o aromatizzate, coinvolgerà  tutte le piccole vie, carraie, piazze del Castello. In tutto una quindicina i punti degustazione e vendita.
Si parlerà  di ricette, dolci, preparazioni, segreti, storia e si terranno degustazioni guidate per apprezzare al meglio il cioccolato con tutte le sue sottili differenze. Sarà  anche l’occasione per un dolce acquisto personalizzato in vista del Natale, magari per un regalo a una persona speciale. Non resta che scegliere fra le molte varietà del cioccolato personalizzando anche la confezione.

domenica 29 novembre 2009

YAYOI KUSAMA

28 novembre 2009 – 14 febbraio 2010


    YAYOI KUSAMA. Aftermath of Obliteration of Eternity (2008)
    Un evento unico, in esclusiva assoluta per l’Italia, dedicato alla protagonista indiscussa dell’arte contemporanea giapponese Yayoi Kusama. Oltre a dipinti figurativi e astratti di recente realizzazione, sculture di grandi dimensioni e installazioni create nell’ultimo decennio, sarà esposta una selezione di disegni formativi dell'artista risalenti agli anni ’50 e ’60. Yayoi Kusama è nata a Matsumoto City, Giappone, nel 1929. Il suo lavoro è presente nelle collezioni dei più prestigiosi musei di tutto il mondo: dal Museum of Modern Art di New York alla Tate Modern di Londra, dal Centre Pompidou di Parigi al National Museum of Modern Art di Tokyo, città dove oggi l'artista vive e lavora. Kusama ha prodotto i suoi primi enormi dipinti “infinity” alla fine degli anni ’50 a New York, dove si era trasferita come giovane artista. L’intrinseco paradosso filosofico di questi lavori – che “l’infinito” possa essere quantificato all’interno della cornice arbitraria di una tela preconfezionata – insieme alle implicazioni più soggettive e ossessive della loro genesi, li distinsero dall’astrattismo minimalista che avrebbe dominato la scena artistica locale parecchi anni dopo. Oggi Kusama compone i dipinti Infinity Net come campi isotropi pieni di elementi uniformemente distribuiti, siano essi austere monocromie o vibranti contrasti a tinte psichedeliche, come lo spettacolare dipinto a cinque pannelli I Want to Live Forever (2008). I suoi ultimi dipinti figurativi, come Cosmic Space (2008) dove occhi, amebe e altre forme biomorfe indeterminate abbondano, riflettono un’ossessione per la mortalità, oltre che per l’illuminismo, la solitudine, il vuoto, e i misteri dell’universo fisico e metafisico. La scultura di Kusama invece mostra un altro approccio alla visualizzazione dell’infinito attraverso il continuo uso di specchi, come nella scultura autoportante Passing Winter (2005) o nel complesso ambiente Aftermath of Obliteration of Eternity (2008), che utilizza un sistema di semplici ma ingegnosi strumenti ottici per creare un’interazione senza fine di luce riflessa. Il più recente gruppo di sculture monumentali di Kusama Flowers that Bloom at Midnight sono fiori barocchi dai colori accesi, che misurano in altezza tra 1.5 e 5 metri. Al PAC anche Narcissus Garden, l’installazione-scultura presentata per la prima volta alla XXXIII edizione della Biennale di Venezia (1966). Kusama produsse questo ambiente interattivo composto da 1500 sfere metalliche con l’assistenza di Lucio Fontana. In una presentazione improvvisata sul prato del Padiglione Italiano, Kusama, vestita in kimono, puntò l’attenzione sugli aspetti commerciali usualmente velati della Biennale, vendendo ogni sfera a 1.200 lire. Più di quaranta anni dopo, Narcissus Garden arriva a Milano per la prima volta. Kusama ha completato numerose sculture da esterno su commissione, la maggior parte delle quali nella forma di piante e fiori giganteschi dalle tinte accese, realizzate per istituzioni pubbliche e private quali il Fukuoka Municipal Museum of Art e Matsumoto City Museum of Art in Giappone; Eurolille a Lille, Francia; e, più di recente, il Beverly Hills City Council a Los Angeles. Tra i tanti appuntamenti previsti per coinvolgere adulti e bambini nell’incredibile universo artistico di Kusama, il PAC propone, per tutto il periodo della mostra, tutti i sabati alle 18.00 e le domeniche alle 17.30 (escluso il 26 dicembre) una visita guidata GRATUITA e senza necessità di prenotazione: per partecipare sarà sufficiente acquistare il biglietto di ingresso alla mostra.
     
     
     
    Orari lunedì 14.30 - 19.30 martedì - domenica 09.30 – 19.30 giovedì 09.30 - 22.30 Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura della mostra Biglietti € 6 ,00 intero € 4 ,00 ridotto: ragazzi dai 6 ai 14 anni; studenti; over 65; possessori della contromarca del biglietto di uno spettacolo acquistato nei teatri convenzionati con il Comune di Milano per l'iniziativa APPLAUDIRE L'ARTE; possessori della Card Musei Torino; solo il lunedì pomeriggio per i possessori del biglietto cumulativo Poldi Pezzoli/Museo Teatrale alla Scala. € 3 ,00 ridotto speciale: gruppi di studenti. Ingresso gratuito: minori di 6 anni; un accompagnatore per ogni gruppo; due accompagnatori per ogni gruppo scolastico, un accompagnatore per disabile che presenti necessità; dipendenti della Soprintendenza ai Beni Architettonici; giornalisti accreditati.
    INFO PAC Padiglione d’Arte Contemporanea Via Palestro 16 , Milano tel lunedì - venerdì 02 76009085 tel sabato e domenica 02 76020400

venerdì 27 novembre 2009

LEONFREDDI VIAGGIO IN INDIA., NESSUNDORMA. BARI

Emilio Leofreddi, dipinti di viaggio su tende canadesi


Una mostra a Bari, che fa parte del più ampio progetto  “ Dreams”, affronta il tema della condizione di “interposizione” del viaggiatore tra stasi e movimento. Grandi pitture raffigurano personaggi emblematici nella storia di alcuni continenti 26 novembre 2009 - 10 gennaio 2010
Emilio Leofreddi, Tiger
Emilio Leofreddi, Tiger
  Al NessunDorma di Bari, la mostra di Emilio Leofreddi,  a cura di Barbara Dicorato. Dopo aver esposto al Vittoriano e nelle due sedi della Galleria La Nuvola di Roma, ricevendo consensi di critica e apprezzamento di pubblico, l’artista presenta nuovi lavori site specific creati per lo spazio polifunzionale barese di via Fiume.

Il progetto “Dreams” si arricchisce di nuove pagine: un diario iniziato nel 2005, che ha visto l’artista impegnato in un viaggio in India dal quale trae ispirazione per le sue opere. Si tratta di dipinti di grandi dimensioni, realizzati su tende canadesi da campeggio, cucite nel continente indiano; alcune di esse raffigurano i continenti e per ognuno di loro, i personaggi più significativi che hanno contribuito a scriverne la storia, da Martin Luther King per il Nord America a Mohandas Karamchand Ghandi per l’Asia fino a Nelson Mandela per l’ Africa.

L’indagine poetica di Emilio Leofreddi si sviluppa intorno al tema del viaggio nell’epoca della globalizzazione. Accanto alle tende, nuovi disegni e una selezione inedita di opere su tela e plexiglass di grande carica emotiva e profondità concettuale: mongolfiere, carte geografiche, paracadute, antichi simboli sciamanici per la porta dei sogni.

mercoledì 25 novembre 2009

ASCOLI PICENO – Mostra “Futurismo inedito – I ritratti nascosti”


In mostra a Palazzo dei Capitani del Popolo dal 3 dicembre al 23 febbraio 2010, nella centralissima e splendida piazza del Popolo, le opere di Cleto Capponi, Ivo Pannaggi, Sante Monachesi, Gerardo Dottori e Giacomo Balla nell’evento espositivo “Futurismo inedito – I ritratti nascosti”

Dopo il successo delle mostre dedicate a Osvaldo Licini e a Tullio Pericoli, Ascoli Piceno, ormai pienamente inserita nel circuito delle mete delle grandi mostre, punta quest’anno su quella che è l’unica avanguardia prodotta in Italia, il futurismo, con una mostra che sul terminare quasi delle celebrazioni per il centenario spiazza tutti perché mette in campo una novità assoluta di rara, raffinata curiosità. Sotto i riflettori infatti un versante del tutto sconosciuto del movimento che ha anticipato molti aspetti della modernità esaltando anche la stessa irriverenza verso i potenti

FUTURISMO INEDITO - I RITRATTI NASCOSTI è uno spaccato sorprendentemente e quasi misteriosamente finora rimasto celato ai più. In mostra a Palazzo dei Capitani del Popolo dal 3 dicembre al 23 febbraio 2010, nella centralissima e splendida piazza del Popolo, le opere di Cleto Capponi, Ivo Pannaggi, Sante Monachesi, Gerardo Dottori e Giacomo Balla. La mostra, promossa dal Comune di Ascoli Piceno in collaborazione con la Pinacoteca Civica di Macerata e l’Archivio Sante Monachesi di Roma, è curata da Stefano Papetti supportato dalla testimonianza diretta di Maurizio Capponi, figlio dell’artista. Nel Comitato Scientifico, autori anche di saggi in catalogo, nomi come Carlo Melloni, Luigi Tallarico.
Cinquanta opere di cui più di 30 disegni dei primi anni Trenta di Cleto Capponi, artista nato proprio ad Ascoli, che rappresentano il nucleo più intrigante. Una ritrattistica “irriverente” dei “vip” dell’epoca. Tratto tagliente e scolpito (non dimentichiamo che Cleto Capponi è anche scultore), forte sintesi plastica, intensità espressiva ed introspettiva.
Capponi, artista che ha contribuito in maniera decisiva all’approdo del movimento futurista nelle Marche, era giovanissimo quando scoprì Balla, Depero e Boccioni, ma il suo talento non ci mise molto ad emergere, rivelando da subito una potente vena di ritrattista.
Galeotta fu la boxe, è proprio il caso di dire, per Cleto Capponi. Congiuntura favorevole infatti fu un incontro di pugilato del campione Primo Carnera ad Ascoli: Capponi fece un ritratto del pugile, coniugando una raffinatissima qualità del disegno con i caratteri costitutivi dell’estetica futurista. Il giovane, appena ventiduenne, lo pubblicò sulle pagine locali de “Il Messaggero” ma venne presto notato e spostato in nazionale per poi passare, molto apprezzato dai potenti, a illustrare il Popolo d’Italia, producendo una lunga serie di ritratti dei personaggi di rango dell’epoca. Dalla sua matita nascono due serie di ritratti, “Galleria dei contemporanei” e “Galleria del regime” per la prima e la terza pagina. Da Roosevelt ad Eden fino al sovrano del Siam. Tutti volti passati tramite il processo futurista di scomposizione dei piani e delle linee, ma secondo uno stile personalissimo. L’aspetto fondamentale nei ritratti del giovane futurista risiede nella scelta di ritrarre volti senza utilizzare la componente anatomica, bensì utilizzando quella sovrapposizione di piani e linee che insieme descrivono, combinandosi, fisionomia e psicologia dei soggetti ritratti. Basti pensare alla netta eloquenza del suo “Primo Carnera”.
In mostra quindi sfila una galleria di personaggi della politica, della cultura, della scienza, del cinema, dello sport, italiani e internazionali, immortalati dalle pagine di quello che all’epoca era il quotidiano più potente, il Popolo d’Italia”, presente sul tavolo dell’intero ceto dirigente, politico e accademico. Veri e propri ritratti, talvolta “caricature concettuali”, in molti casi antesignani della “vignetta politica.
Luciano Canfora, fornisce una preziosa testimonianza sull’importanza dei ritratti e sulla loro “rimozione” storica ed emotiva. In particolare, sottolineando l’aspetto centrale di questa iniziativa, ha scritto: “Un aspetto della modernità di quel giornale furono anche i brillanti ritratti futuristi di Cleto Capponi che giustamente ora vengono riproposti in una mostra. Parlare seriamente di tutto ciò non dimostra affatto simpatia per il fascismo”.
Last but not least, ad Ascoli, quasi “una mostra nella mostra” con due “giganti” del grande Futurismo: due opere del tutto inedite di Giacomo Balla, uno dei riferimenti futuristi più accreditati sin dagli anni della fanciullezza di Capponi. “Ritratto di Simboli” del 1936 e “Ritratto della madre di Simboli” del 1928, appartenenti alla fase del “ritorno all’ordine”.

Troviamo un uso del colore che si trasforma in materia liquida e filamentosa con le immagini che si costruiscono grazie a sottili variazioni di colore. Il volto della madre di Carlo Simboli affiora dall’ombra, con un gioco di luci che restituisce giovinezza e vitalità ad un viso comunque segnato dagli anni. “Simboli”, nell’altro ritratto, è ancora più interessante per il particolare uso delle ombre, lasciando intravedere, alle spalle del soggetto, una veduta di Treia, piccolo borgo dell’entroterra marchigiano.

Tra le iniziative collaterali passeggiate e itinerari per conoscere l’opera e la biografia di Cleto Capponi, conferenze e performance dedicati alle più diverse arti e discipline che il futurismo ha toccato e profondamente segnato: dal cinema alla  fotografia, dalla letteratura alla musica e perfino alla gastronomia. E infine i “faccia a faccia” con i figli dei personaggi ritratti, tra cui Primo Carnera e Guglielmo Marconi. Neanche a dirlo anche le locations saranno d’epoca riscoprendo un’affascinante Ascoli degli anni Trenta.

* orari: feriali orario continuato dalle 10 alle 17 - festivi e prefestivi dalle 10 alle 19 
* giorno di chiusura: lunedì - chiuso il pomeriggio del 24 dicembre, il 25 dicembre, il pomeriggio del 31 dicembre, il mattino del 1° gennaio
* prezzi biglietti: 4 euro intero, 2 euro ridotto
* info per il pubblico: 0736298213

domenica 22 novembre 2009

Mark Lewis: videoarte canadese a Firenze

Mark Lewis



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La rassegna è la più completa introduzione alla ricerca di Mark Lewis
e raccoglie principalmente una selezione di film del periodo 1998-2008. Un’antologica, dunque anche se non in senso tradizionale, che focalizza l’attenzione su un linguaggio cinematografico maggiormente rivolto verso l’arte che, privo di montaggio e sonoro e realizzato direttamente in un’unica ripresa di pochi minuti, mantiene un’unità spazio-temporale, reale o apparente, e rappresenta ad oggi, come testimoniano anche i lavori proposti in Biennale, il nucleo centrale della sua ricerca.

In occasione del finissage della mostra, il Museo Marino Marini presenta due eventi in collaborazione con la seconda edizione de LO SCHERMO DELL’ARTE, Festival internazionale di film sulle arti contemporanee, curato da Silvia Lucchesi.
Per il ciclo CINEMA D’ARTISTA, martedì 24 novembre alle ore 21.30, al Cinema Odeon, sarà proiettato, alla presenza dell’autore, Backstory (2009, 35mm e 4K trasferito in 2K, 39') documentario in cui Mark Lewis racconta la storia degli Hansard, famiglia di tecnici esperti nelle retroproiezioni, artefici di memorabili scene del cinema hollywoodiano. Sullo sfondo delle loro stesse creazioni, i protagonisti ripercorrono, per aneddoti, vicende ed evoluzioni di questa tecnica utilizzata da Lewis nei suoi ultimi lavori.
Il giorno successivo, mercoledì 25 novembre, alle ore 15.00 al Museo Marino Marini, Mark Lewis terrà una lecture, nell’ambito di FESTIVAL TALKS.

mercoledì 18 novembre 2009

Festival internazionale di film sulle arti contemporanee a Firenze

Firenze, dal 23 al 26 Novembre 2009


Dal 23 al 26 novembre 2009, si terrà a Firenze, presso il Cinema Odeon, la seconda edizione del Festival internazionale di film sulle arti contemporanee: Lo Schermo dell'Arte. Per la prima volta in programma film realizzati da artisti che hanno scelto il cinema come mezzo d’espressione quali Mark Lewis e Alfredo Jaar, entrambi presenti alle proiezioni. Molte le prime italiane come il documentario del regista e critico d'arte Ben Lewis, che racconta i segreti del mercato dell’arte contemporanea; Martin Scorsese, che narra come il cinema abbia influenzato l’opera dei due maestri del Cubismo, Picasso e Braque; l’artista svizzera Pipilotti Rist, ripresa sul set del suo primo film Pepperminta presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Infine un omaggio a Luciano Emmer, recentemente scomparso, del quale si ripropone la riedizione del suo Picasso del 1954, e molti film dove protagonisti sono artisti quali Cindy Sherman, Jean-Michel Basquiat, Georges Rousse.

lunedì 16 novembre 2009

I “piatti ritratti” di Bob Noto

In mostra a Castelfranco Veneto le fotografie delle migliori creazioni della cucina d’autore internazionale 21 novembre 2009 - 31 gennaio 2010
Un piatto di di Ferran Adrià fotografato da Bob Noto
Un piatto di di Ferran Adrià fotografato da Bob Noto
La mostra di fotografie di Bob Noto in programma a Castelfranco Veneto (Treviso),dal titolo “Piatti ritratti”,espone per la prima volta immagini che raccontano le creazioni di grandi cuochi. Sede dell’allestimento è un luogo speciale: Antiruggine, un capannone di proprietà di Mario Brunello, virtuoso del violoncello. È un posto conosciuto da pochi, non segnalato in alcun modo, lo si trova solo col passaparola.

Quaranta le immagini selezionate, provenienti dai racconti illustrati che Noto ha pubblicato negli anni nei suoi cataloghi, fotografando piatti della cucina d’autore in giro per l’Europa. Tra gli chef immortalati, Carlo Cracco, Ferran Adrià, Grant Achatz, Josean Martinez Alija, Martin Berasategui.

Il suo studio fotografico è a portata di mano, non ha bisogno di grandi fari o abili assistenti, in una tasca tiene il cavalletto e nell’altra la macchina fotografica, rigorosamente digitale, una Casio 12.1 megapixel. Lo scatto avviene entro i due minuti e mezzo dalla preparazione, «prima che il piatto si raffreddi», ama precisare: più istinto che messa in scena. Il risultato non è soltanto still life, ma veri e propri ritratti, come li ha definiti la scrittrice Serena Guidobaldi. Isolato dal contesto, il cibo è sospeso in un limbo bianco, che infonde una carica metafisica alla composizione. E anche a proposito di effetti digitali,Noto non è per nulla un purista: «Uso il fotoritocco. Il digitale è un formato veloce e flessibile. Finalmente, a differenza che con l’analogico, si ha un controllo totale dell’opera».

Bob Noto, torinese, da trentasei anni è appassionato di fotografie e da ventisette di gastronomia: «Il piacere di mangiare è l’affinamento dell’istinto primario di sopravvivenza – dice – ma non solo, è sempre un approfondimento culturale». L’ironia è uno dei suoi tratti distintivi. Il gioco è una componente fondamentale del suo lavoro. Anche se i più intransigenti non annoverano il suo lavoro nel campo della fotografia, piuttosto in quello dell’illustrazione. Noto è abituato ad assaggiare, da vero buongustaio, l’oggetto della sua opera, dopo averlo fotografato: «Tra un buon piatto e un bel piatto – precisa – non c’è nesso, estetica e gusto non sempre combaciano».

sabato 14 novembre 2009

Premio Napoli alla memoria di Maurizio Valenzi.

Domenica 15
novembre
Ore 11.00
Maschio Angioino
P.zza Municipio, Sala dei Baroni
Alfabeto di Maurizio
Premio Napoli alla memoria di
Maurizio Valenzi.
In collaborazione con la Fondazione Valenzi.
L’omaggio a Maurizio Valenzi viene scandito
dalle parole chiave della sua vita, scelte
dalla figlia Lucia e interpretate da Cristina
Donadio e Mariano Rigillo. Il premio Speciale
sarà consegnato, alla presenza delle autorità,
dal Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano.
Inaugurazione della mostra fotografica
La Napoli di Maurizio, curata da Vera
Maone.
Le fotografie sono di Cecilia Battimelli,
Antonio Biasiucci, Fabio Donato, Luciano
Ferrara, Gianni Fiorito, Guido Giannini,
Mimmo Jodice, Lucia Patalano e Sergio
Riccio.
Castel Nuovo, meglio noto come
Maschio Angioino, è uno dei simboli
della città di Napoli. Il castello è sede
della Società napoletana di storia patria
e del Comitato di Napoli dell'Istituto per
la storia del Risorgimento italiano. Nel
complesso è situato anche il Museo
civico della città di Napoli.
La costruzione si deve a Carlo I d’Angiò,
che nel 1266, sconfitti gli Svevi, salì al
trono di Napoli e Sicilia e stabilì il
trasferimento della capitale da Palermo
alla città partenopea. La residenza reale
di Napoli era stata fino ad allora Castel
Capuano, ma l’antica fortezza normanna
venne giudicata inadeguata alla
funzione e il re volle edificare un nuovo
castello in prossimità del mare.
Assegnato il progetto all'architetto
francese Pierre de Chaule, i lavori per la
costruzione presero il via nel 1279 per
terminare appena tre anni dopo, un
tempo brevissimo viste le tecniche di
costruzione dell’epoca e la mole
complessiva

mercoledì 11 novembre 2009

Comunicare l'Archeologia: Gli Archeoincontri … del Giovedì

principale Riuscire a comunicare e a far conoscere alle comunità locali l’inestimabile patrimonio archeologico molisano è uno degli obiettivi che si è prefissata la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise.
Primo incontro Giovedì 12 novembre alle ore 18 a Venafro, presso il Castello Pandone


La conoscenza attraverso la ricerca, la tutela e la valorizzazione delle realtà archeologiche territoriali devono pertanto essere finalizzate alla diffusione e alla comunicazione a fasce sempre più larghe di popolazione.

Il ciclo degli “Archeoincontri” coinvolge studiosi italiani e stranieri che svolgono la loro attività di ricerca nel territorio o hanno approfondito aspetti peculiari della civiltà e del popolo dei Sanniti Pentri e Frentani.

Il primo incontro è stato tenuto con Lorenzo Quilici dell’Università degli Studi di Bologna, che ha presentato gli straordinari risultati conseguiti sull’altura di Gerione, luogo noto agli storici antichi per la sosta di Annibale e del suo esercito nell’inverno del 217 a.C. lungo il tragitto che l’avrebbe portato a Canne, durante la seconda guerra punica.

A conferma del racconto delle fonti antiche, gli scavi hanno restituito, sotto la fase medioevale molto ben conservata, la fortificazione sannitica e, insperatamente, una stele punica con il simbolo di Tanit, la dea simbolo di Cartagine.

A prosieguo si tratteranno temi riguardanti gli aspetti religiosi del mondo sannitico, come si stanno configurando, ad esempio, negli scavi in corso a Sepino- San Pietro in Cantoni, condotti da Maurizio Matteini Chiari dell’Università di Perugia, e a Pietrabbondante da Adriano La Regina dell’Università di Roma Sapienza.Di particolare interesse sarà l’incontro con Gianluca Tagliamonte dell’Università del Salento che illustrerà i materiali provenienti dal Molise e conservati nelle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli sin dal 1800.

Le problematiche relative ai tratturi e alle produzioni tessili lungo le vie della transumanza del Mediterraneo antico saranno l’argomento affrontato da Helga di Giuseppe, dell’Associazione Internazionale di Archeologia Classica di Roma.Infine, a chiusura di questo primo ciclo si è ritenuto particolarmente utile presentare, con l’intervento del Capitano Gianluca Ferrari, le attività di tutela svolte dal Nucleo di Bari, con competenza sulle regioni Molise, Puglia e Basilicata, del Comando Carabinieri Patrimonio Culturale.

A questo primo ciclo seguirà una seconda fase in cui saranno affrontate tematiche sempre più specifiche sia in relazione alla valorizzazione dei siti archeologici e della rete museale del territorio.

Durante il periodo estivo gli incontri animeranno i parchi archeologici di Sepino, Pietrabbondante e Larino.
Queste ed altre attività previste nell’ambito della comunicazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise vengono proficuamente svolte in collaborazione con gli Enti e le Associazioni locali, in particolare con la sezione del Molise della Società Italiana per la protezione dei Beni Culturali

lunedì 9 novembre 2009

il suggestivo percorso delle Arcate Severiane




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Arcate severiane anteprima per la stampa, giovedì 12 novembre alle ore 15.00

La stampa è invitata a visitare in anteprima il suggestivo percorso delle Arcate Severiane che, dopo quello della Vigna Barberini, presto aprirà al pubblico. Le imponenti sostruzioni del palazzo imperiale che domina il Palatino offriranno ai visitatori di tutto il mondo un impareggiabile spettacolo e uno splendido affaccio sul Circo Massimo e l’Aventino.

Intervengono il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sandro Bondi, il sottosegretario Francesco Maria Giro e il soprintendente archeologo di Roma, Angelo Bottini. Introduce Roberto Cecchi, commissario delegato per le aree archeologiche di Roma e di Ostia antica.

12 novembre 2009, ore 15.00

ingresso dall’Arco di Tito, via Sacra

domenica 8 novembre 2009

Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità

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Come ogni anno il 3 dicembre ricorre la “Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità” che il Programma di azione mondiale per le persone disabili, adottato nel 1982 dall’Assemblea generale dell’ONU, ha creato con lo scopo di promuovere la diffusione dei temi della disabilità, di mobilitare il maggior sostegno possibile per la dignità, i diritti e il benessere delle persone disabili, e di accrescere la consapevolezza dei vantaggi che possono derivare dall’integrazione delle disabilità in ogni aspetto della vita sociale.

Il MiBAC partecipa con lo slogan, “Un giorno all’anno tutto l’anno”, per porre l’accento sul fatto che è doveroso porre attenzione al tema della disabilità non solo il giorno dell’evento ma tenerla viva nel quotidiano. Per l’occasione quindi, il MiBAC intende valorizzare e promuovere le migliori e più avanzate pratiche finora messe in atto affinché il patrimonio culturale italiano sia reso più accessibile e fruibile alle persone diversamente abili. Si tratta del miglior contributo che il MiBAC può fornire per la piena integrazione dei cittadini disabili e delle loro famiglie, oltreche un’occasione per coinvolgere e sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto a questa tematica.
Alla manifestazione collaborano per la comunicazione e divulgazione dell’iniziativa: ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani; UPI – Unione Province d’Italia. SIAE ed ENPALS partecipano facilitando le procedure amministrative.

Tra gli eventi in programma si segnala l’iniziativa del Centro per i Servizi Educativi del Museo e del Territorio con il “Progetto Cassio. Dieci musei per conoscere il patrimonio culturale italiano”, in programma il 4 Dicembre dalle ore 10.00 fino alle ore 13,30 presso l’ex Chiesa di Santa Marta a Roma.
L’iniziativa vede dieci importanti musei del Mezzogiorno presentarsi al pubblico in una veste insolita con tavole termoformate, modellini tridimensionali, CD rom e DVD sottotitolati e con finestra di traduzione L.I.S.. Il tutto contenuto in una valigetta che permetterà di conoscere meglio, attraverso il tatto e un apparato di testi facilitati e filmati sottotitolati, usi e tradizioni popolari, opere celebri, monumenti famosi, incisioni, dipinti, giocattoli,figurine da presepe, fino ad un grande esemplare di animale preistorico. L’iniziativa è resa possibile dalla collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi, l’Istituto Statale dei Sordi di Roma, la Federazione Nazionale pro Ciechi.
I musei che aderiscono al progetto sono: Mus’A – Museo Sassari Arte ex Canopoleno; Museo Nazionale d’Abruzzo - Castello cinquecentesco dell’Aquila; Museo Nazionale di San Martino a Napoli; Complesso della Reggia di Caserta; Galleria Nazionale di Palazzo Arnone a Cosenza; Castello di Copertino; Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata a Matera; Museo Didattico della Scuola Medica Salernitana; Museo di Palazzo Reale a Napoli; Pinacoteca Nazionale di Cagliari.
Nella giornata di presentazione del progetto, in cui è garantito il servizio di interpretariato in L.I.S., i materiali saranno a disposizione del pubblico per la consultazione e l’esplorazione tattile. Nei prossimi mesi in tal senso saranno operativi anche i dieci musei sopracitati.

venerdì 6 novembre 2009

1909 Tra collezionismo e tutela



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John Pierpont Morgan, Alexandre Imbert e la ceramica medievale orvietana. Fino al 10 gennaio 2009 presso la Galleria Nazionale dell’Umbria e Palazzo Baldeschi al Corso di Perugia.

Cento anni fa, nel 1909, l’antiquario Alexandre Imbert dava alle stampe, a Roma, col titolo Ceramiche orvietane dei secoli XIII e XIV. Note su Documenti, una ricerca commissionata al giovane archeologo orvietano Pericle Perali, dedicando il volume, oggi annoverato fra gli “incunaboli” degli studi sulla maiolica italiana, al magnate americano John Pierpont Morgan.

Nello stesso anno veniva promulgata la legge n. 364 “Per le antichità e belle arti”, la prima legge di tutela con l’obiettivo di definire l’accezione del “bene culturale”, quale patrimonio specifico e inalienabile della Nazione.

I due eventi, cronologicamente legati non solo dalla ricorrenza centenaria, sono alla base di un’esposizione che, presentando oggetti d’arte, fotografie d’epoca, libri e documenti originali, intende richiamare il grande fervore e le tendenze del gusto per l’arte italiana del Medioevo e del Rinascimento, proprie del mercato antiquario internazionale in quel primo Novecento in cui più forte ferveva il dibattito nelle aule del Parlamento, nei circoli intellettuali, nelle sedi universitarie, circa la necessità di una legge nazionale di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano.

mercoledì 4 novembre 2009

EX BORDER. festa della cultura. Gorizia.

5-8 NOVEMBRE 2009. GORIZIA                                                                                                                                                                Partirà ufficialmente domani giovedì 5 novembre la Quarta edizione della Festa della Cultura di Ex Border che si svolgerà in diverse location di Gorizia fino a domenica 8 novembre.
Denominata Tra_Inganni, l'edizione 2009 del festival curato curata da Alberto Princis, non sarà una fiera del libro, né un festival di poesia, e nemmeno un convegno riservato agli addetti ai lavori. Il format di Ex Border proporrà piuttosto un incontro di diversi linguaggi e discipline attorno al tema degli inganni e autoinganni, degli escamotages della vita, delle arti, delle scienze e delle lettere. A confrontarsi sul tema, prestigiosi nomi del panorama artistico nazionale e internazionale.

sabato 31 ottobre 2009

Magma fossile. Massimiliano Adami


Magma Fossile. Massimiliano AdamiA Milano, dal 4 novembre all’ 8 dicembre 2009, il progetto MINI & Triennale CreativeSet presenta Magma fossile. Massimiliano Adami, che prosegue il ciclo di mostre dedicato al design italiano contemporaneo nello spazio del CreativeSet del Triennale Design Museum.
La mostra, a cura di Stefano Maffei, documenta il lavoro Massimiliano Adami a cavallo tra design, arte e artigianato. (continua…)

mercoledì 28 ottobre 2009

Architettura Incisa




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Nell’autunno-inverno prossimi, l’Istituto Nazionale per la Grafica, ospiterà una mostra sull’incisione di soggetto architettonico i cui raffinati esempi sono frutto di un progetto curato da Sandra Suatoni e svolto in collaborazione con le Facoltà di Architettura “Valle Giulia” e “Roma Tre”. Il disegno di architettura tradotto nelle acqueforti attualizza una pratica di grande fortuna tra Sette e Ottocento, ove gli antichi obiettivi di riproducibilità e compiutezza descrittiva (per finalità didattica, documentaria, propagandistica, commerciale) vengono sostituiti dalle istanze comunicative ed espressive del contesto culturale odierno.

Un gruppo selezionato di studenti di architettura è stato coinvolto in una ricerca sull’incisione sotto l’egida di due prestigiosi tutor universitari quali, Franco Purini (Valle Giulia) e Alessandro Anselmi (Roma Tre), ambedue rappresentanti di una cultura architettonica che assegna al disegno un ruolo disciplinare autonomo dalla finalità edificatoria. Nella stessa ottica, benché svincolati dall’intervento diretto nel workshop universitario, si sono coinvolti Portoghesi, Aymonino e Fuksas, che hanno accettato di cimentarsi sul terreno dell’incisione conferendo prestigio e interesse sia al progetto, sia agli elaborati finali che verranno acquisiti nelle collezioni del Ministero.

Il nucleo tematico è stato prescelto in modo autonomo dai tutor delle rispettive università. L’elaborazione di un padiglione espositivo nei lavori di Roma Tre e, nel caso del gruppo di Valle Giulia, l’invenzione di icnografie urbane. Il contenuto della ricerca architettonica è ideativo e svincolato da ipotesi costruttive. Il condizionamento intellettuale deriva piuttosto dalla destinazione a stampa previa traduzione su rame. Ne deriva un processo doppiamente sperimentale: alla sperimentalità del disegno a mano si aggiunge quella, del tutto inedita per gli architetti di oggi, della gestuale trasposizione su rame in vista della morsura ad acquaforte e della stampa. Così il segno tracciato dalla matita sul foglio di carta deve prefigurare il riporto su lastra di rame coperta di cera resistente all’acido. Gli effetti ambiti (nitore formale e compositivo, contrasti chiaroscurali, sfumature, variazioni di tono) si ottengono con accorgimenti specifici di ogni tecnica.

Il gruppo di studenti ha potuto affrontare l’argomento con consapevolezza delle implicazioni storiche e tecniche grazie alla visione e lettura critica di opere dei maestri antichi, architetti-incisori: Carlo Fontana, Guarino Guarini, Alessandro Specchi, Giovan Battista Nolli e Giovan Battista Piranesi, padre dell’architettura disegnata e sublimemente incisa.

Il comitato scientifico della mostra conclusiva annovera esperti del disegno d’architettura e della didattica ad esso collegata quali Gaspare de Fiore, Roberto de Rubertis, Francesco Moschini, Gianfranco Neri, Pasquale Santoro, Guido Strazza; Livio Sacchi, Maurizio Unali.

In un’epoca di dubbi e laceranti incertezze che colpiscono soprattutto le nuove generazioni, l’esperienza circoscritta di questo progetto ha preferito riproporre una visione dell’architetto sostanzialmente umanistica: personalità intellettualmente strutturata e coltivata, in grado di coniugare la professione con la riflessione storica, filosofica, letteraria, estetica e finanche musicale, di tutto ciò imprimendo il progetto architettonico.

Il catalogo della mostra è pubblicato da Gangemi.

lunedì 26 ottobre 2009

arienti arte in percettibile in mostra Mantova

Dal 9 settembre 2009 al 6 gennaio 2010 a Palazzo Ducale a Mantova espone Stefano Arienti e la sua arte in-percettibile -




A Palazzo Ducale, presso il Castello di San Giorgio a Mantova dal 9 settembre 2009 al 6 gennaio 2010 espone Stefano Arienti e la sua Arte in-percettibile.
 
La Mostra in Palazzo Ducale si realizza con la stretta collaborazione, già ampiamente collaudata nella passate stagioni, tra la Soprintendenza, la Direzione Generale per la Qualità e la Tutela del paesaggio, l'architettura e l'arte contemporanee (PARC) e il MAXXI con l'obiettivo di sostenere, rendere sempre più visibile, valorizzare gli artisti italiani e la loro opera accolta nei siti d'eccellenza del patrimonio italiano qual è la reggia dei Gonzaga.
 
L'esposizione prevede la presentazione di 12 opere, in parte inventate dall'artista proprio per essere inserite nel contesto museale di Palazzo Ducale e in parte selezionate, fra quelle eseguite nel corso della sua attività, attingendo dalle collezioni del MAXXI e dai collezionisti privati.

giovedì 22 ottobre 2009

bu Simbel: il salvataggio dei Templi, l’uomo e la tecnologia

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Prosegue a Torino l’itinerario internazionale della mostra documentaria sul salvataggio dei Templi di Abu Simbel, realizzata dall’Associazione Culturale World Wide Artists Gallery e da Promoroma, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma.

La mostra, in programma dal 28 ottobre al 7 novembre 2009 sarà ospite del Politecnico di Torino, nel Castello del Valentino, sede della Facoltà di Architettura, e sarà occasione di contatti e scambi dai quali ci si aspetta una maggiore interazione tra i paesi del Mediterraneo, custodi e responsabili del più ampio bacino archeologico, culturale e imprenditoriale del mondo.

Due gli obiettivi dell’evento: il primo è quello di raggiungere un pubblico globale e sensibilizzarlo alla storia dell’uomo, alle sue imprese ed alle sue idee, e il secondo quello di una occasione unica per valorizzare il tessuto imprenditoriale tra le realtà culturali, sociali ed economiche del Piemonte, dell’Italia e dell’Egitto. Illustri personalità hanno contribuito ad affermare a livello internazionale l’ingegno e la creatività italiana nei campi dell’archeologia e dei beni culturali, intesi come patrimonio dell’umanità.

Silvio Curto, egittologo piemontese di fama internazionale, già professore di egittologia e Direttore del Museo Egizio di Torino, guidò, dal 1961 al 1969, la Missione Acheologica del Museo Egizio di Torino in Nubia; svolgendo tale compito salvò il Tempio di Ellesija, eretto da Thutmosi III nel suo 51° anno di regno, 1429 a.C., e minacciato di sommersione dalle acque del lago Nasser; questo Tempio, poi generosamente donato dalla Repubblica Araba d’Egitto allo Stato Italiano come ringraziamento per la partecipazione al salvataggio dei Templi della Nubia, tra cui quelli di Abu Simbel, giunse smontato a Torino il 24 aprile del 1967 dove, sapientemente ricostruito nella sede del Museo Egizio, è visitabile dal 1970.

Il Prof. Gustavo Colonnetti fu Scienziato di fama europea, Professore Universitario e Rettore del Politecnico di Torino, anticipatore di avanzate teorie nel campo della Scienza delle Costruzioni, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Accademico delle Scienze.
E’ a lui che si deve l’ideazione del progetto, in collaborazione con l’Ing. Riccardo Morandi e con l’Arch. Piero Gazzola, con cui l'Italia vinse una prestigiosa competizione internazionale lanciata dall’UNESCO per salvare i Templi di Abu Simbel. Si trattava di portare in salvo il prezioso patrimonio archeologico dell'Alta Valle del Nilo, nella zona tra l'Egitto e il Sudan, che stava per essere sommerso dalle acque a seguito della costruzione della diga di Aswan. Il progetto prevedeva un'impresa di straordinario impegno tecnico, ipotizzando una complessa procedura per tagliare e sollevare, tramite l'uso di martinetti idraulici, i due colossali costoni rocciosi in cui i Templi erano stati scavati. Il suggestivo contesto del paesaggio originario sarebbe stato poi ricomposto integralmente, ad una quota più elevata. Il progetto, però, non fu mai realizzato per la decisione dei finanziatori che preferirono adottare una soluzione più economica anche se più invasiva, tagliando i Templi e rimontandoli più in alto.

mercoledì 21 ottobre 2009

Genazzano. vi ravviso o luoghi ameni




Il Castello Colonna di Genazzano (Roma) ospita dal 31 ottobre al 22 novembre 2009 la mostra “…vi ravviso o luoghi ameni…” – Rilievi e disegni di architetture di Roma e nel Lazio dell’Architetto Cesare Panepuccia.
Realizzata in occasione del primo centenario della nascita della Banca di Credito Cooperativo di Palestrina, l’esposizione è organizzata dalle Associazioni culturali “Le Muse di Pan” e “Zonta International Club Roma Due”. [continu

venerdì 16 ottobre 2009

Mostra / Cava de’ Tirreni, Giorgio de Chirico. La suggestione del Classico


Giorgio de Chirico, Il Pensatore1973La Galleria Civica d’Arte di Cava de’ Tirreni (SA) ospita dal 24 ottobre 2009 al 14 febbraio 2010 la mostra Giorgio de Chirico. La suggestione del Classico, curata da Matilde Romito, Sabina d’Angelosante e Victoria Noel-Johnson.
In esposizione circa 40 opere tra dipinti e sculture, realizzati tra gli anni Venti e gli anni Settanta, in grado di rileggere il rapporto che legava il maestro della Metafisica al mondo classico greco, e una serie di straordinari reperti provenienti dai Musei Archeologici della Provincia di Salerno.
Un progetto e una proposta espositiva inedita per valorizzare le ricche collezioni dei Musei Archeologici e illustrare uno dei motivi centrali della pittura dell’artista che testimonia la sua propensione all’antico, al mondo ellenico e ai valori plastici della scultura classica che ne fanno un artista colto e raffinato con una memoria del mondo antico sorprendente e fertile.
Gli elementi di quel mondo arcaico occupano, infatti, già dalla prima decade del Novecento gli scenari delle sue opere in modo prepotente, grazie ad un linguaggio che articola sapientemente evocazione e invenzione e che conducono di lì a poco a quel processo di pietrificazione dello spazio e del tempo caratteristici della pittura metafisica.
Giorgio de Chirico, I gladiatori dopo il combattimentoIl Mediterraneo, grande bacino di storia e di cultura, ha recitato nel movimento artistico della Metafisica e nell’evoluzione stilistica dello stesso de Chirico un grande ruolo, rappresentando l’immagine della conoscenza in filosofia, poesia, scultura e pittura.
De Chirico si avvicinava, infatti, al mondo classico con lo scrupolo e la sensibilità di un archeologo ma, al tempo stesso, con lo spirito romantico di un appassionato collezionista di calchi di sculture classiche.
L’anima, le forme, i personaggi del mito ellenico, la quieta grandezza della statuaria classica, gli assolati silenzi del paesaggio meridionale sono poi sempre rimasti gli spunti basilari della sua ispirazione: de Chirico si riappropriava dell’arte greca antica nelle teste marmoree, nelle anfore, e nelle statue conservate dai più importanti musei archeologici italiani.
Senza la scoperta del passato, era solito affermare de Chirico, non è possibile la scoperta del presente. In questo caso, il pittore è l’erede non solo delle grandi tendenze romantiche, quanto di quelle della migliore tradizione classica.
Nato a Volos, in Grecia nel 1888, de Chirico non poteva che porre alla base della propria autobiografia il paesaggio culturale della sua infanzia, non separato dalla considerazione dell’impatto svolto dal Mediterraneo come ispiratore di cultura.
La mostra è promossa dal Comune di Cava de’ Tirreni e dalla Provincia di Salerno ed è organizzata e prodotta da Alef – cultural project management.

giovedì 15 ottobre 2009

Giordania: crocevia di popoli e di culture



Giordania: crocevia di popoli e di culture
Roma, Palazzo del Quirinale
23 ottobre 2009 – 31 gennaio 2010
Dall’alba della Storia il territorio dell’odierna Giordania è stato un punto di incontro tra i popoli.
In occasione della visita di Stato delle Loro Maestà il Re e la Regina di Giordania Abdullah II e Rania Al-Abdullah, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ospiterà al Palazzo del Quirinale una mostra dedicata ad un Paese tra i più ricchi di storia del Vicino Oriente.
Nelle Sale delle Bandiere saranno esposti 60 capolavori risalenti alle varie fasi della storia della Giordania, dal lontano Neolitico fino ai tempi dell’Impero ottomano. Alcune di queste opere usciranno per la prima volta dai musei di Petra e Amman.
Ecco una straordinaria occasione per ammirare reperti in grado di raccontare l’eccezionale ricchezza di un Paese che ha attraversato oltre dieci millenni di storia ed è stato un perenne crocevia di popoli e di culture.In passato le terre dell’attuale Giordania sono state un costante trait d’union tra l’Oriente mesopotamico, la valle del Nilo e il Mediterraneo. Dai tempi lontani del Neolitico intorno all’VIII millennio a.C., all’Età del Bronzo tra la fine del IV e quella del II millennio a.C., al periodo delle grandi conquiste, tanti popoli sono stati attratti dalla Giordania. Ognuno di loro ha lasciato una sua impronta negli strati archeologici e nella cultura del Paese.
Questa storia ricca e variegata fa della Giordania un affascinante mosaico arricchito dalle mille tessere che compongono il suo millenario passato.
Un Paese che ha saputo assimilare le esperienze di tanti popoli ha anche imparato l’arte della tolleranza. Ed è quest’arte che la Giordania di oggi, orgogliosa del suo passato, insegna al mondo.
L’evento, che sarà inaugurato da S.M. il Re di Giordania e dal Presidente della Repubblica Italiana, si inserisce nel quadro degli ottimi rapporti tra i due Paesi.
L’Italia è orgogliosa di contribuire alla salvaguardia dell’immenso patrimonio archeologico e storico del Vicino Oriente. In questa ottica ha accettato l’invito delle Autorità giordane ed israeliane a restaurare il vecchio ponte “Jasar Almajma’ah” sulle rive del Giordano, distrutto durante la guerra dei sei giorni.Lo spirito della mostra che celebra la Giordania come crocevia di popoli è quello di dimostrare che le infinite vicissitudini storiche che hanno plasmato il volto dei Paesi del Vicino Oriente sono un invito al dialogo tra le culture.

mercoledì 14 ottobre 2009

George Rodger: lettera al figlio Jonathan



George Rodger (a destra) con Robert Capa
George Rodger (a destra) con Robert Capa
Mio caro Jonathan,

ho appena ricevuto la tua interessante, lettera ti ringrazio per avermi inviato alcune copie delle tue prime fotografie. Mi è piaciuta specialmente quella e hai fatto a Stonehenge in cui hai ripreso, invece delle pietre stesse, la loro ombra sul suolo. Alquanto difficile rispondere alle domande che mi poni ma farò del mio meglio e se non comprenderai subito, ciò accadrà un poco più tardi. La tua prima domanda è senz’altro la principale e credo che rispondendo ad essa lo faccia anche per tutte le altre, chiedi: – Che cosa devo fare per diventare un fotografo come te? -.
Se tu non avessi aggiunto quel “come te” in fondo alla frase, la risposta sarebbe stata per me molto più semplice. Come si può spiegare qualcosa di non tecnico, di non tangibile e che viene da dentro? Leggi il resto »

martedì 13 ottobre 2009

FotoLeggendo 2009 a Roma dal 9 al 31 ottobre


fotoleggendoFotoLeggendo prodotto e organizzato dalla Associazione Culturale Officine Fotografiche, è una delle manifestazioni in Italia dedicate alla lettura dei Portfolio inserito nel Circuito nazionale organizzato dalla FIAF noto come “Portfolio Italia – Gran Premio Epson – Premio Kiwanis”.
Rigorosamente gratuita, ha una durata di tre settimane, e si svolge ogni anno ad ottobre.
officinefotograficheL’edizione 2009 di FotoLeggendo, dal 9 al 31 ottobre, avrà come nel 2008 due sedi. La sede principale sarà lo storico Istituto Antincendi di Roma, dove saranno organizzate le letture di portfolio e una due giorni di proiezioni e seminari in apertura della manifestazione, e dove saranno esposte, fino al 24 ottobre, le 19 mostre in programma per un totale di circa 500 fotografie. Dal 15 al 31 ottobre le attività si sposteranno invece presso Officine Fotografiche, dove si svolgeranno i workshop di fotografia e photoediting e digitale, insieme a un ricco programma di seminari.
E’ gemellato dal 2006 con Boutographies – Rencontres photografiques de Montpellier, il festival che si svolge ogni anno in Francia , gemellaggio che si concretizza nello scambio di mostre e che dal 2007 da vita al Prix Echangè.

domenica 11 ottobre 2009

Irving Penn,


Addio a Irving Penn, il gigante della fotografia Usa. Per anni l”occhio’ di Vogue con il suo ‘less is more’


Carta Intestata di Irving Penn
Carta Intestata di Irving Penn
New York (Adnkronos) – Il fotografo statunitense Irving Penn (nella foto), famoso per le eleganti immagini di moda e per i ritratti in bianco e nero e soprattutto per le nature morte apparse su ‘Vogue’, è morto ieri nella sua casa di New York all’età di 92 anni. L’annuncio della scomparsa è stato dato congiuntamente dall’amico Peter MacGill, che era anche il suo agente, e dal fratello, il regista Arthru Penn.
Il fotografo fu sposato per 42 anni con la modella Lisa Fonssagrives, che fu suo soggetto di scatti di sofisticata bellezza fino alla morte avvenuta a 80 anni nel 1992. Il gigante della fotografia americana, come è stato definito, si affermò a 26 anni come assistente di Alexander Liberman per ‘Vogue’, rivista per la quale realizzò numerose copertine, fra cui la prima in still-life (natura morta) a colori per il numero dell’ottobre 1943. Dopo la Seconda guerra mondiale, Penn lavorò ininterrottamente per la rivista realizzando ritratti, foto di moda e nature morte con cui ha definito un nuovo ”visual style” e lanciato l’estetica ”less is more”, cioè più si sottrae da un’immagine più essa può risaltare efficace e suggestiva. Irving_Penn_VoguePenn ha scattato anche alcune delle foto-icone degli anni Sessanta, come quelle dedicate alla Beat Generation e alla ”Summer Love” del 1967. Sempre a quell’anno risale la celebre foto in cui sono in posa i motociclisti della gang ”Hell’s Angels”, realizzata in uno studio di San Francisco nel 1967.
Insieme a Richard Avedon, Penn è stato l’altro grande fotografo di moda del secondo dopoguerra (famose i suoi scatti per Marisa Berenson), a cui si ispirò anche il regista Michelangelo Antonioni per il protagonista principale del film ‘Blow-up’. Tra i suoi tanti ritratti di vip, spiccano quelli di Edmund Wilson, W. H. Auden, Spencer Tracy, Joe Louis e Duchessa di Windsor. Penn contribuì anche a far fare il loro ingresso sulle pagine di ‘Vogue’ a intellettuali e artisti come Willem de Kooning, Isamu Noguchi, Pablo Picasso e Italo Calvino. Leggi il resto »

giovedì 8 ottobre 2009

La fotografia può cambiare il modo di pensare dei politici?



EPOTY_Bolucevschi_Vitali_Nicolai_Talks_about_StarsLa fotografia può veramente cambiare il modo di pensare dei politici quando mostrano un lato della realtà spesso ignorato?
La mostra Environmental Photographer of the Year ha questo scopo e per selezionare le 40 foto finali sono state esaminate le 2500 proposte da fotografi provenienti da oltre 60 paesi diversi. Lo scopo è quello di sensibilizzare ed aprire gli occhi ai politici su temi spesso sottovalutati o complicati.
Le foto verranno esposte solo in Gran Bretagna ed Irlanda, ma la domanda importante è: Secondo voi la fotografia può cambiare il modo di pensare dei politici?
Fonte: Clickblog

mercoledì 7 ottobre 2009

Velázquez, Murillo, pavia dal 9 0ttobre castello visconteo

Da Velázquez a Murillo

Pedro Atanasio Bocanegra, Apparizione della Madonna a un monaco domenicano a SorianoPer la prima volta in mostra a Pavia i dipinti spagnoli dell’Ermitage.
L’esposizione, la prima mai realizzata all’estero sulla collezione spagnola dal Museo russo - storicamente il primo tra i grandi musei d’Europa ad aprire una galleria ad essa dedicata - presenta un excursus sullo sviluppo dell’arte spagnola tra XVI e XVII secolo: dal realismo rinascimentale, influenzato dalla pittura fiamminga e da quella veneziana, al grande trionfo barocco, assolutamente originale per ricchezza espressiva e tecnica sopraffina, apportatore di un’eredità luminosa per tutta la pittura seicentesca del vecchio e nuovo mondo.
Il “siglo de oro” verrà dunque fatto rivivere al Castello Visconteo di Pavia grazie ad un importantissimo nucleo di opere, in gran parte inedite e mai esposte in Italia, tra cui quelle di alcuni grandi protagonisti della scena artistica internazionale come Velázquez, Murillo, de Ribera e de Zurbaran, accanto ad alcune selezionate opere di autori di indiscutibile valore, quali Antonio de Pereda, Francisco Ribalta, Alonso Cano, Juan Valdes Leal, Juan Carrero de la Miranda e, ancora, dipinti di altri artisti da noi meno noti, che insieme offrono un panorama esauriente ed affascinante di un’epoca di straordinaria fioritura delle arti.
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Bartolomé Esteban Murillo, Donne a una finestra con grata